UNA BELLA SERATA DI LUGLIO |
Certo, è stata anche una scommessa in barba alle previsioni che davano brutto tempo, ma ora che Giove Pluvio ci ha onorato della sua benevolenza possiamo dire che l’idea un po’ folle di tenere il primo Consiglio Comunale all’aperto, in piazza, si è rivelata veramente premiante: è stato un successo! L’entusiasmo, la curiosità, la novità, la voglia di esserci ha portato ad una affluenza record di nostri concittadini che hanno voluto assistere, festeggiare, ma anche segnare la loro vigile attenzione riguardo al metodo che ha contrassegnato la campagna elettorale e punta ad essere il tratto distintivo della nostra amministrazione. Partecipazione non è uno slogan, un modo elegante per delegare responsabilità e scaricare patate bollenti; partecipazione significa informazione, ascolto, confronto, coinvolgimento, condivisione e assunzione di responsabilità nelle scelte che comunque chi amministra è tenuto a fare. E’ un lavoro difficile, complesso e che necessità di umiltà, da verificare passo passo senza avere la pretesa di imporre alcunché: occorre accettare il dialogo scevri da pregiudizi, esercitando il proprio ruolo, ma attenti a rispettare anche le funzioni degli altri, di tutti gli altri.Per questo ci sembrava bello incontrare i nostri concittadini fuori da quel “palazzo” che nel tempo aveva assunto una nomea un poco triste e che per tanti rappresentava “la controparte”, il luogo dalla miope burocrazia attenta più alla forma che alle persone, non per delegittimare l’istituzione, ma per riallineare l’idea con il nome: la casa “comune”. Poi c’erano altri motivi per evitare la Sala Consigliare: la speranza (esaudita) di una folta partecipazione che avrebbe costretto le persone a seguire in piedi o fuori dall’aula il Consiglio; il rischio di una sauna collettiva vista l’afa di quei giorni; la volontà di dimostrare anche simbolicamente che andare verso i cittadini è possibile oltre che auspicabile; la speranza di superare stanche liturgie per pochi eletti che si trascinano fino a notte a disquisire su decisioni già prese e di suscitare entusiasmo. Certo non basta battere un colpo; sarà ora importante proseguire con questo metodo uscendo sul territorio in tutte le occasioni possibili, incontrare la gente per discutere dei loro problemi superando le chiacchiere da bar, riconquistare la fiducia senza scadere nella demagogia, riportare le persone ad interessarsi della loro comunità civile. I cittadini di Albino ci hanno dato fiducia e aspettano di venire contraccambiati; certo nessuno pretende soluzioni miracolistiche, bacchette magiche che trasformano gli eco-mostri in paesini da fiaba, ma l’aspettativa per un altro modo di amministrare è forte: da una democrazia di delega (dammi il tuo voto e poi per cinque anni ci penso io!) ad una democrazia partecipativa in cui le prospettive del futuro di Albino vengono costruite insieme ai cittadini e la verifica è costante con l’informazione trasparente ed il confronto con tutte le realtà che si muovono dentro e intorno alla città. Intanto godiamoci questo primo passo nella giusta direzione consapevoli che il difficile viene adesso, ma rinfrancati nelle nostre convinzioni: se il buon giorno si vede dal mattino (in questo caso…la sera della prima) il segnale non poteva essere migliore. Vi aspettiamo sempre numerosi ai Consigli, ma anche propositivi e stimolanti in tutti quei momenti di partecipazione che si andranno a mettere in campo nei prossimi mesi, sapendo che il nostro progetto avrà successo se ciascuno di voi “si interesserà”. Prendendo a prestito un vecchio detto degli economisti, tu puoi dare tutta l’acqua che vuoi al cavallo, ma se questo non ha sete non beve! Così noi possiamo creare le condizioni, predisporre i progetti, definire gli strumenti, ma non possiamo obbligarvi a partecipare. Dipende da tutti voi, da ciascuno di voi assumervi la responsabilità di accompagnarci nel nostro compito, rifiutando l’idea che l’averci dato il voto vi sollevi per cinque anni dal vostro diritto/dovere di essere cittadini. Vi aspettiamo, siete i benvenuti.
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