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QUATTRO CHIACCHIERE CON… AMALIA PACIA Stampa

Responsabile della Soprintendenza per i beni storici, artistici e etnoantropologici della Val Seriana

Nata a Roma , sposata con un figlio di vent’anni, Amalia Pacia si è laureata presso l’Università degli Studi di Roma nel 1975 con il professore Giulio Carlo Argan e successivamente ha conseguito il diploma della scuola di specializzazione in storia dell’Arte medioevale e moderna presso la stessa Università. Vincitrice del concorso a storico dell’arte, ha prestato servizio dal 1978 al 1992 presso la Soprintendenza per i Beni artistici e storici di Roma. Dal 1993 si è trasferita presso la Soprintendenza per i beni storici, artistici e etnoantropologici di Milano, ricoprendo gli incarichi di responsabile del territorio della Val Seriana, della Val Cavallina, della Val Calepio e della città di Bergamo. E’ stata nominata referente scientifico per l’Accademia Carrara di Bergamo, per la Galleria Tadini di Lovere, per la Pinacoteca civica Bellini di Sarnico, per il Museo Sant’Andrea di Clusone e per tutti i musei sacri, comunali e di fondazioni private nel territorio sopra indicato. La redazione di Paese Mio si è avvicinata a lei, per far conoscere ai suoi lettori una figura di spicco nel panorama artistico bergamasco (e non solo), in merito al fatto che sono notevoli i suoi interventi sul territorio albinese.

Quali le sue esperienze in provincia di Bergamo?

Mi sono occupata per un lungo periodo del territorio a sud di Bergamo, maturando una vasta esperienza anche nella zona della pianura, che ho seguito fino al 2004. Tra i più importanti lavori ricordo: la direzione dei restauri delle collezioni dei dipinti e dei disegni del Museo Civico di Treviglio, la partecipazione all’importante iniziativa della mostra su Giovan Battista Dell’Era (2000); la direzione e la sorveglianza dei restauri dei dipinti e delle sculture delle chiese di proprietà del Comune di Caravaggio, con la pubblicazione del volume dedicato ai risultati degli interventi uscito nel 2001; il grande cantiere degli affreschi del Palazzo Visconti di Brignano Gera d’Adda di proprietà comunale; e la partecipazione ai convegni sulla storia e la pittura dei secoli XVII e XVIII, indetti da tale amministrazione.

Quando il suo arrivo in Val Seriana?

Lasciato l’incarico di tale parte della provincia, dal 2004 mi occupo della tutela e della conservazione delle opere d’arte di proprietà ecclesiastica e degli enti pubblici del territorio della Val Seriana. Come responsabile di tale zona, ho seguito a Clusone i restauri dei dipinti murali e del quadrante della torre dell’orologio del Comune; il cantiere di restauro degli affreschi della chiesa di Sant’Anna; il restauro dei dipinti del Museo Comunale Sant’Andrea, lavoro che in parte è confluito nella pubblicazione del catalogo scientifico delle principali opere, apparso alla fine del 2008.

Quali i suoi interventi ad Albino?

Ad Albino sono da segnalare alcune iniziative che hanno significato, in questi ultimi tempi, la ripresa di un’importante partecipazione agli eventi interessanti la storia artistica della città, da parte degli enti ecclesiastici, dell’amministrazione comunale e dei singoli cittadini. Mi riferisco in primo luogo all’intervento conservativo della chiesa di San Rocco, che si è protratto per oltre due anni, il quale ha condotto alla scoperta del raro affresco absidale del secolo XVI con Cristo risorto tra due angeli, dipinto nascosto da un rifacimento monocromo novecentesco di modestissima qualità, che si è deciso di demolire dopo i primi confortanti saggi di pulitura. Di questo cantiere, promosso per iniziativa dell’associazione degli Amici di San Rocco, vorrei segnalare il mio particolare coinvolgimento avendo assistito, momento dopo momento, a tutte le principali fasi del recupero da me fortemente sollecitato dopo la scoperta dei primi frammenti di pittura. Quest’anno si è andati avanti in altri lavori di ripristino di un più antico assetto della chiesa: dal recupero di un portalino antico all’interno dell’edificio al soddisfacente restauro degli altari lignei laterali. L’altro cantiere che continua a dare esiti più che soddisfacenti è costituito dagli interventi sul patrimonio di dipinti della chiesa di Sant’Anna, in cui da anni si sottolinea un’attività di recupero, grazie alle generose offerte di privati, coordinate da una persona assolutamente encomiabile nelle cure costanti che prodiga alla storia di questa chiesa, il sig. Bruno Gualandris. A lui si devono le diverse iniziative che da decenni interessano la messa in sicurezza e la valorizzazione di un patrimonio pittorico proveniente anche dalla chiesa parrocchiale di Albino e da altri edifici minori scomparsi, così che molti reperti rivestono una duplice importanza storica e artistica, costituendo le sole testimonianze di realtà architettoniche perdute.

Altre iniziative albinesi?

Dopo il significativo e recente restauro del polittico cinquecentesco della bottega dei Marinoni, che si conserva nella parrocchiale di San Pietro di Desenzano, si rileva la parallela iniziativa dell’amministrazione comunale di Albino diretta all’atteso restauro della preziosa cornice del polittico di Pietro Bussolo, della chiesa di San Bartolomeo. Si tratta di un restauro in corso, anzi appena iniziato dopo molti rinvii, che lascia ben sperare in un definitivo riassetto del raro manufatto in cui troveranno degna collocazione le sculture, già trafugate alla fine degli anni settanta del Novecento e, dopo il loro ritrovamento, conservate nel Museo Diocesano di Bergamo. Infine, sto stendendo, in collaborazione con lo studio Gritti incaricato del restauro, un progetto di ricomposizione di tutte le parti smembrate, affinché si ricostituisca uno dei più preziosi polittici lignei del Cinquecento lombardo, che è tempo che ritorni alla sua sede originaria dopo oltre trent’anni di esilio.

(senza firma)

 

 

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