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166° della nascita di Padre Leone Dehon Stampa

La Congregazione dei sacerdoti del S.Cuore ha ricordato il 166° della nascita del suo fondatore. Come Associazione ex allievi, vogliamo farne oggi memoria. Dehon è nato il 14 marzo 1843 a La Capelle, un grosso borgo, poco lontano dal confine belga. Il 24 marzo seguente, è battezzato col nome di Leone. Nasce da una famiglia influente di ricchi proprietari terrieri specializzati nell’allevamento di cavalli da corsa. I Dehon sono cattolici per tradizione ma poco praticanti. Per questo, la vocazione al sacerdozio (che il giovane Leone manifesterà più tardi di voler intraprendere), resterà per suo padre un enigma e un tema di conflitto, perché il padre sognava una brillante carriera per suo figlio.

Solo dopo l’ordinazione sacerdotale, avvenuta nel 1868, ci sarà un riavvicinamento tra padre e figlio, che gioirà vedere il padre riprendere la via della Chiesa. Terminati gli studi secondari, nel 1859 supera con successo la maturità classica e poi quella scientifica. Nel 1864 si laurea in Legge alla Sorbona di Parigi. Per ubbidire al padre, continuerà a Parigi la sua qualificazione, impegnando però il suo tempo libero in opere di carità. L’attrattiva verso il sacerdozio si era già fatta sentire forte in lui fin dal 1° anno di collegio, ma solo al ritorno a La Capelle il neodiplomando metterà al corrente i genitori della sua decisione di diventare sacerdote.

Nel periodo di permanenza a Parigi, frequenta assiduamente il circolo cattolico, luogo di incontri e di scambio, frequentato da studenti e intellettuali cattolici. Qui i suoi impegni di carità lo portano poi a rivolgere un’attenzione anche ai diseredati, per dare loro una giustizia sociale e politica. E fra una cosa e l’altra, arriva anche il sospirato giorno della partenza per Roma per seguire la voce di Dio che lo vuole sacerdote. Il 25 ottobre 1865 entra nel seminario francese di “S.Chiara” in Roma e lì completerà i suoi studi. Il 19 dicembre 1868 nella Basilica di S.Giovanni in Laterano è ordinato sacerdote. Un avvenimento eccezionale segnerà il soggiorno romano di Leone Dehon ed è il Concilio Vaticano I°, che si apre l’8 dicembre 1869. Per la sua grande preparazione teologica, Leone sarà chiamato a fare da stenografo alle riunioni consiliari. Tornato nella sua Diocesi a Soisson, dedicherà i primi anni del suo sacerdozio al lavoro pastorale nella Città di San Quintino, prodigandosi con grande zelo ai malati, al mondo operaio, alla gioventù. Assetato di vita interiore e non potendo abbandonare le sue opere a San Quintino, dopo riflessioni, nel 1878 fonda la Congregazione dei Padri del S.Cuore, che vuole siano consacrati all’amore di Dio e alla riparazione dei mali e ingiustizie che sono nel mondo. Ispirando la sua azione ai grandi principi del Vangelo, P.Dehon si rivela sacerdote animatore di una forte spiritualità, ma anche un coraggioso animatore sociale, impegnato a rendere gli stessi lavoratori protagonisti della propria elevazione sociale e politica. La personalità, la brillante intelligenza di P.Dehon lo qualificherà come protagonista del suo tempo per la storia della Chiesa. Da questo seme sono nati i sacerdoti del Sacro Cuore, ora chiamati Dehoniani. Per questo è giusto farne memoria, ricordando la sua nascita quale dono che alla Chiesa è stato fatto nella persona di P.Dehon.

Non poche comunque saranno le difficoltà, incomprensioni, gelosie, che P.Dehon incontrerà nel cammino di affermazione e approvazione della Congregazione. Con la tenacia, la costanza, ma soprattutto nel grande amore al Cuore di Gesù, riuscirà a portare a compimento la sua opera ed ottenere l’approvazione del Papa. Una grande difficoltà la troverà poi anche nella politica anticlericale del governo francese, che arriverà nel 1905 alla confisca di istituti religiosi. A seguito di quelle repressioni P.Dehon tornerà in Italia per trovare una località dove dare continuità alla Congregazione. Con l’aiuto del Vescovo di Bergamo, Mons. Radini e del suo segretario don Angelo Roncalli, che diverrà poi Papa Giovanni XXIII°, trova ad Albino la disponibilità per aprire in Italia la Prima casa, che accoglierà i primi Padri ed alunni, l’8 settembre 1907. Dopo questa Casa, nasceranno in Italia una sesantina tra Case, Scuole, Centri di spiritualità e di accoglienza, e le Parrocchie ora gestire dal Padri Dehoniani. La provincia italiana della Congregazione, per una maggiore funzionalità, dopo alcuni anni, verrà divisa in Provinciale, Settentrionale e Meridionale. Al 31 dicembre 2007, la Settentrionale contava 184 Padri Sacerdoti e 271 Padri già defunti.

La Città di Albino, nei 100 anni della storia Dehoniana, ha dato alla Congregazione 10 Padri sacerdoti, 2 Confratelli religiosi e 1 chierico (defunto prima del sacerdozio). Oggi in Congregazione vi sono ancora 2 Padri di Bondo Petello (Signori Giuseppe e Armellini Fernando), e 1 Padre di Vall’Alta (Breda Alberto). Sempre al 31 dicembre 2007, i Sacerdoti della Congregazione erano 2.234 (fra questi, 2 Cardinali e molti Vescovi). A quella data i novizi erano 85. I Dehoniani sono presenti in molte nazioni del mondo.

Padre Dehon per i suoi molteplici scritti, per l’impegno quale organizzatore di convegni per la formazione del Clero e dei laici, per la diffusione delle encicliche del Papa, sarà chiamato: “un prete con la penna in mano”. Sarebbe perciò arduo oggi entrare nel merito di tanti scritti e discorsi, e ancor più lo sarebbe per l’impulso dato alla devozione e all’amore del Cuore di Gesù. Altri, più qualificati e con maggior conoscenza dei fatti della sua vita lo faranno. A Padre Dehon noi ci sentiamo legati negli idali del carisma trasmessoci. Per quanto mi riguarda, posso dire di aver attinto ai suoi insegnamenti e di essermi impegnato nel sociale, sicuramente come lui avrebbe voluto. Come Associazione non dimenticheremo quanto acquisito nelle sue Case, per questo continueremo con la preghiera, l’azione, le adozioni e gli aiuti al mondo missionario, perché attraverso l’opera dei suoi Padri, fioriscano ancora vocazioni che possano portare nel mondo la luce del Vangelo e l’amore al Cuore di Gesù.

Padre Dehon muore a Bruxelles il 1 agosto 1925. La sua agonia sarà interrotta solo da queste parole pronunciate mentre guarda l’immagine del S.Cuore che ha davanti: “Per Lui io vivo, per Lui io muoio.” Ora la sua salma riposa in una cappella della Chiesa di San Quintino e sicuramente dal cielo protegge e benedice tutti.

Mario Benedetti

 

 

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