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Il piccolo comune di Bruseto Stampa

La fisionomia del nostro territorio sta rapidamente mutando ed i piccoli nuclei storici disseminati in zona agricola perdono la loro caratteristica e sono fagocitati dal sorgere di nuove abitazioni che vanno a saturare gli spazi ancora liberi.

Fino al primo dopoguerra Bruseto, come Favallo e Perola, era una tipica contrada agricola costituita da poche cascine addossate le une alle altre e collocate al limite superiore della piana coltivata, ai margini del pendio boscato o terrazzato, poco distante da una sorgente. Il piccolo nucleo di Bruseto rappresentava nel Trecento un curioso caso di autonomia amministrativo-fiscale. Pur essendo dislocato tra i territori di Desenzano e di Bondo, rientrava nell’ambito del Comune di Comenduno, e ne costituiva una "enclave" staccata. Questo era avvenuto perchè il territorio di Bruseto era stato un grande podere appartenente ai Signori di Comenduno, a cui rimase aggregato quando nella Curia Vescovile di Albino si costituirono i comuni di Albino, Desenzano, Comenduno e Bondo.

Il territorio di Bruseto comprendeva degli appezzamenti a coltivo (breda), a pascolo (brugale), a castagneto sui pendii e, in prossimità delle abitazioni, a brolo, ossia ortaglia con alberi da frutta recintata da muri a secco. Tutti gli abitanti del territorio di Albino erano tenuti a versare la decima dei prodotti agricoli al Vescovo, come segno di riconoscimento della sua signoria: nei Censuali della Curia Vescovile di metà Quattrocento è annotato che la gente di Bruseto versa la decima assieme agli abitanti di Desenzano. Nel corso del tempo a Bruseto si succedettero le famiglie dei Fiammarelli soprannominati Liffane, i Binelli, i Camozzi, i Tomadoni, gli Aremondi: erano in prevalenza famiglie contadine di affittuari, divenuti poi piccoli proprietari, che affiancavano all’agricoltura piccole attività di lavorazione della lana.

Il Capitano Da Lezze nel 1596 compie una visita accurata del territorio di Bergamo e scrive che la contrada di Bruseto ha solo 9 fuochi (famiglie) con circa 30 anime, sono tutte povere; il console riscuote un salario di sei lire ed ha l’obbligo di raccogliere e versare le tasse; le imposte per il mantenimento dei soldati confluiscono con quelle della gente di Comenduno. Il territorio di Bruseto in quel periodo produce circa 20 quintali di frumento e 40 ettolitri di vino.

Gli abitanti di Bruseto erano sottoposti alla parrocchia di Albino, ma per avere i servizi religiosi più vicini al loro villaggio avevano costruito a proprie spese la chiesetta di San Bernardo e pagavano direttamente il cappellano che veniva a celebrare. Nel 1580 la gente di Bruseto inoltra una petizione al Vescovo perchè dia un contributo determinante per portare a compimento quella chiesetta, la cui sistemazione è iniziata da molti anni ma non è stata completata per la povertà degli abitanti di quel piccolo comune. Nel Cinquecento vi si celebrava due volte la settimana. Le poche entrate della chiesa erano tutte dovute a lasciti testamentari per celebrazioni di suffragio; quelle donazioni erano utilizzate anche per l’officiatura della festa di San Bernardo abate, che cade il 20 agosto, e per la manutenzione dell'edificio sacro.

Giampiero Tiraboschi

 

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