QUATTRO CHIACCHIERE CON… |
ROBERTO MORONI Presidente della Compagnia Teatro Stabile Dialettale Città di Albino Nato 49 anni fa ad Albino, single convinto, Roberto Moroni è una delle persone più conosciute e stimate ad Albino. Capace e volitivo, svolge da anni mansioni relative al mondo del calcio, di cui è uno dei più attenti ed esperti conoscitori: non per nulla è stato allenatore e responsabile del settore giovanile dell’Albinese, segretario generale, responsabile dell’area tecnica e team manager dell’Albinese e, quando la società si è fusa con il Leffe, responsabile dell’area tecnica dell’Albinoleffe, fino allo scorso anno. Ora, invece, opera e fornisce la sua esperienza nella società di calcio dell’Oratorio Albino, di cui è tecnico apprezzato. Ma altri ad Albino lo conoscono per altri aspetti, come la sua passione per il teatro che, coltivata fin da piccolo, lo ha portato a diventare presidente, ma anche regista e attore, della Compagnia Teatro Stabile Dialettale di Albino, una delle realtà teatrali più attive e dinamiche del panorama bergamasco. Ebbene, proprio a lui, la redazione di Paese Mio chiede di tracciare un quadro dell’attività della compagnia teatrale, proprio adesso che parte la rassegna teatrale “Cucì, curì,…teater ad Albì”, che vede la compagnia in cabina di regia, come organizzatori, insieme all’assessorato alla Cultura del Comune di Albino. Come è nata la passione per il teatro? Avevo 14 anni. In Oratorio, il regista della Filodrammatica “Don Cristoforo Rossi”, storica compagnia albinese di teatro dialettale, nata nel 1926, stava per mettere in scena proprio la vita di don Cristoforo Rossi, famoso e indimenticato curato di Albino: una commedia dal titolo “La porta semper verta”. Ebbene, servivano alcuni ragazzini per la rappresentazione, e io mi sono fatto avanti. Da allora, non sono più sceso dal palco. Dapprima, partecipando a scenette e piccole rappresentazioni, poi facendo l’attore proprio in questa storica compagnia, recitando in tante commedie, una trentina, e conoscendo tanti attori, tanti personaggi illustri, tante figure della cultura albinese, che mi hanno dato tanto, come uomo e come artista: voglio ricordare il mio primo regista, veramente grande, Franco Benedetti; e poi tanti attori con i quali ho avuto la fortuna di lavorare: Zaccaria Facci, Vittore Nespoli, Pietro Carrara, Fanny Bergaminelli, Antonietta Paris. Cosa ha dato il teatro a Roberto Moroni? Il teatro mi ha dato tanto, mi ha fatto crescere come persona, mi ha arricchito culturalmente, mi ha dato la capacità di confrontarmi e di saper stare con la gente, di avere relazioni importanti, ma anche di sviluppare aspetti del mio carattere: recitare è qualcosa di fantastico, ti permette di superare l’imprevedibilità del momento, la paura del palco, l’emozione del pubblico, e di convivere con l’immediatezza; del resto, anche se porti in scena la stessa commedia, non la reciti mai alla stessa maniera. E questo è il bello del teatro, soprattutto quello dialettale. E proprio dal dialetto ho appreso molto: parole antiche e ormai poco utilizzate, frasi colorite, detti di una volta. Storia e cultura minore, che però fanno grande una comunità. Quando è nata, invece, la Compagnia Teatro Stabile Dialettale di Albino? Era il 2002, e la Filodrammatica “Don Cristoforo Rossi” si sciolse. Allora, il Comune di Albino ci chiese se volevamo continuare questa esperienza, così importante per la città di Albino. Non per nulla la Filodrammatica Don Cristoforo Rossi era una delle compagnia bergamasche più conosciute. Subito abbiamo detto sì: l’amministrazione ci ha fatto firmare una convenzione, diventando di fatto la compagnia teatrale di riferimento della città di Albino. Quindi, è stata rintracciata una sede, presso l’Oratorio di Desenzano, dove noi facciamo le nostre prove (qui, ci incontriamo tutti i lunedì, dalle 20.30); e ci siamo appoggiati al Teatro Amico di Desenzano, per le nostre rappresentazioni, fino a poco tempo fa unico palco per il teatro albinese. Abbiamo richiamato molti attori della Filodrammatica, ma abbiamo accolto anche attori di un’altra compagnia che da qualche anno si era sciolta, la Filojuve: e in breve siamo ripartiti. Da segnalare che ogni anno sottoscriviamo una convenzione con il Comune di Albino, per la quale loro si impegnano a fornirci un contributo economico e noi ad organizzare la rassegna teatrale, che ormai è giunta alla sua nona edizione. Senza dimenticare la nostra disponibilità a partecipare ad altre rassegne o iniziative, spesso gratuitamente, come alla casa di riposo, nelle scuole, o in tante feste. Qual è il programma 2009 della compagnia? Innanzitutto, la rassegna “Curì, curì,…teater ad Albì”, che ha per noi un sapore nuovo. Infatti, saremo la prima compagnia teatrale a calcare il palcoscenico del nuovo auditorium: una prima assoluta, con la commedia I numer del lòt, che ci permetterà di sperimentare le qualità teatrali del nuovo auditorium. Lo spettacolo andrà in scena sabato 21 marzo prossimo alle 20,45, mentre l'intera rassegna di teatro dialettale avrà inizio il 28 febbraio prossimo al Teatro dell'Oratorio di Desenzano. Quante persone ruotano attorno alla compagnia teatrale? Siamo una ventina di attori, che ruotano a seconda del numero di personaggi richiesto dalle commedie che rappresentiamo; siano tutti appassionati, tutti volontari, ma alcuni sono preziosi collaboratori, come lo scenografo e addetto all’impianto luci e audio Amadio Bertocchi; o il suggeritore e direttore Dionisio Usubelli; e altri collaboratori, tutti importanti. Quali sono i programmi per il futuro? Innanzitutto, vorremmo fare un annuncio: se qualcuno ha vestiti o mobili da buttare, li porti da noi, potranno servire per i nostri costumi e le nostre scenografie. Inoltre, vorremmo portare il teatro dialettale nelle scuole, attraverso laboratori teatrali ad hoc; anzi vorremmo far recitare a una classe delle scuole dell’obbligo una nostra commedia, per vedere la differenza fra la recitazione dei piccoli e quella dei grandi. |