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QUATTRO CHIACCHIERE CON…GIAMPAOLO CASARI Stampa

Presidente del Consiglio Comunale di Albino

Giampaolo Casari ricopre nel corso di questo mandato amministrativo la carica di presidente del Consiglio Comunale di Albino, un incarico importante, quanto delicato, che poche persone conoscono, in merito alle sue responsabilità, attività e competenze. Pertanto, la redazione di Paese Mio lo ha intervistato, per indagare su questa particolare delega, non prima di aver stilato un profilo del suo protagonista.

Nato a Bergamo il 17 ottobre del 1963, coniugato con Vannia e padre di Alice e Marco, Giampaolo Casari lavora come impiegato tecnico (disegnatore meccanico) in una ditta della Media Valle Seriana. Oltre agli impegni del lavoro, della famiglia e della politica ogni tanto trova anche il tempo per andare a pescare qualche trota e a raccogliere qualche fungo; da qualche tempo, poi, si sta interessando al ballo liscio. Da sottolineare che attualmente è presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Albino (infatti, ha assolto il servizio militare nel 1982 nell’Arma dei Carabinieri, prestando servizio alla Stazione di Buscoldo di Curtatone, in provincia di Mantova).

Come è iniziata la sua storia politica?

Erano gli anni Ottanta, anni micidiali: da un lato la degenerazione della classe politica, le prime grosse batoste per i sindacati e per i lavoratori (eliminazione della scala mobile, ecc,), l’aumento spropositato del debito pubblico, la politica assistenzialista dei partiti per mantenere il consenso elettorale, la partitocrazia, il consociativismo, gli innumerevoli scandali che coinvolgevano tutto e tutti. Lo Stato la faceva da padrone, il cittadino aveva grosse difficoltà a far valere anche i diritti più elementari. Anche a livello locale, gli amici degli amici, con i favoritismi, le raccomandazioni e le protezioni politiche, facevano il bello e cattivo tempo con le speculazioni edilizie, la cattiva amministrazione. Naturalmente ci furono anche molti casi di persone per bene, ottimi amministratori che però dovettero sprecare molto del loro tempo per contrastare le mire dei colleghi più “interessati”. Tutto questo per dire che nella politica mi sono trovato mio malgrado…

Come è arrivato ad essere presidente del Consiglio Comunale di Albino?

Semplicemente. In quanto consigliere comunale eletto nel gruppo di maggioranza, sono stato ritenuto adatto dal mio gruppo a ricoprirne il ruolo.

Quali sono i compiti di questo incarico?

Albino è un Comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, la legge prevede l’istituzione del Presidente del Consiglio. Il compito più importante prevede che il Presidente, in base alle esigenze e ai programmi dell’Amministrazione, dopo avere consultato la documentazione riguardante le delibere che sono ancora in fase di istruzione e solo dopo aver verificato il rispetto delle norme e regolamenti, sentita la conferenza dei Capigruppo, dispone l’ordine del giorno del Consiglio Comunale, procedendo poi alla sua convocazione in seduta pubblica. Presiede la seduta del Consiglio Comunale e ne regola lo svolgimento dei lavori.

Quali sono le gioie e i dolori di questo incarico?

Nonostante sia un Consigliere Comunale eletto nelle file della Lega Nord, che è forza di maggioranza, cerco di dirigere con imparzialità i lavori del Consiglio Comunale. Sono quindi molto contento quando la disamina - anche se magari molto accesa - tra le forze politiche produce una seria analisi dei problemi, e quindi pone anche le basi per una giusta soluzione degli stessi, nonostante la soluzione-decisione finale resta comunque sempre una responsabilità della maggioranza. In qualche caso, si è giunti anche a soluzioni condivise.

Sono molto meno contento quando la discussione degenera in un dibattito sterile, dove emergono i personalismi, si scaldano gli animi, si perdono le ragioni, si fa un cattivo servizio al cittadino. In questi casi, intervengo con decisione e, senza guardare in faccia a nessuno, metto fine alla disputa. Devo anche dire che negli ultimi due anni, essendoci stati degli avvicendamenti di Consiglieri Comunali, le situazioni di tensione si presentano molto più raramente.

Come sono i rapporti con i funzionari comunali, i consiglieri e la giunta comunale?

Con i funzionari comunali, nell’ambito delle mie funzioni, sono buoni. I rapporti con i Consiglieri Comunali, poi, sono della massima stima. Nell’ambito dei miei poteri mi sforzo di dare l’adeguata informazione, ascoltando le loro istanze e, nel limite del possibile, soddisfarle. I rapporti con la Giunta Comunale, inoltre, sono improntati alla massima correttezza e rispetto dei ruoli. In particolare con il Sindaco, che è il capo dell’Amministrazione, ho mantenuto un comportamento leale e di massima collaborazione, anche e soprattutto nei momenti di difficoltà che nelle amministrazioni locali sono purtroppo sempre più frequenti.

Quali sono stati in questi anni i momenti più intensi e quelli che ricorda con piacere?

Come intensità, sicuramente, sono stati i lavori di approvazione del Piano di Governo del Territorio. Ricordo con piacere i pomeriggi passati con i bambini del “Consiglio Comunale dei bambini e delle bambine”. Sono state ore di lavoro, dove i bambini hanno affrontato con la discussione i temi preparati a scuola, con i loro compagni di classe e gli insegnanti. Sicuramente è stato un lavoro proficuo e piacevole.

Il futuro politico di Giampaolo Casari qual è?

E’ quello che vorranno gli albinesi. Sono impegnato politicamente dal 1992, in amministrazione comunale dal 1995: come Consigliere Capogruppo dal 1995 al 2004, Assessore allo sport e commercio dal 1999 al 2004, Presidente del Consiglio dal 2004 ad oggi. Ho inoltre ricoperto ininterrottamente dal giugno 1995 fino al novembre del 2007, per 12 anni, incarichi di amministratore a vari livelli, presso il Consorzio Depurazione di Ranica, dove la motivazione principale di questo impegno è stato il contribuito alla tutela del Fiume Serio. Non ho mai scalpitato o fatto carte false per ricoprire determinati ruoli, ho sempre cercato di impegnarmi per quelle che sono le mie capacità.

Qualcuno potrebbe ritenere che dopo quindici anni ininterrotti di پggestione del potereپh ci possa essere bisogno di rinnovamento, di aria fresca, di nuove facce, di nuove idee, di persone nuove insomma. Ritengo che questo sia legittimo, ma ritengo anche che per quanto mi compete sia altrettanto legittimo continuare ad impegnarmi per la mia comunità, rimettendomi a disposizione.

 

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