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Albino città del Moroni Stampa

Dopo il successo di Moroni pictore dal Bino un progetto più ambizioso è possibile: un programma economico prima che culturale

Dalle Giornate Moroniane è uscito un sentimento più ampio: Moroni non è il semplice pictore dal Bino ma piuttosto è Albino la città del Moroni. Per secoli non ce ne siamo accorti. Anche negli ultimi cinquant’anni, ci è bastata la “spinta” di Davide Cugini e il monumento del Siccardi. E’ tempo che Albino trovi la sua definizione di città secondo un senso di colta appartenenza. Definire ALBINO CITTA’ DEL MORONI significa metterne in evidenza tutte le valenze positive. Non si deve pensare che tale definizione significhi guardare avanti con la testa volta all’indietro ma piuttosto l’opposto: si guarda avanti proprio perché c’è un gigante che ci spinge e ci indica la strada. “ Moroni was certainly one of greatest portrait painters of the century”(Royal academy 1983). La Città del Moroni ha il significato di città che tende all’eccellenza come scopo da raggiungere. Si deve puntare, non su elementi genericamente moroniani, ma su specificità tutte albinesi cioè studiate e messe in evidenza proprio perché siamo ad Albino e siamo nel Sedime dei Mori. Il momento più coinvolgente delle Giornate Moroniane è stato raggiunto con gli episodi teatrali dell’albinese Cristina Pinetti che ha saputo rendere albinesi, episodi legati ai personaggi del Pittore. In quei momenti il tempo si era azzerato; Moroni era lì con noi ad applaudire. Come incitava Tintori nel 1977 “Fate una Mostra Albinese che sarà bellissima” con tema “Il Sacro, Il Paesaggio e gli Umori della Propria Terra”. Studi quindi non solo di cultura pittorica ma di ambiente sociale, economico e ambientale.

Una Giornata Moroniana in Cornagera significa spalancare un tema che è geologico, alpinistico, non solo di Albino e del CAI ma della Comunità Montana. Corde da roccia e pennelli, turismo e scienze forestali, acque delle Valgue che furono per Moroni quello che fu l’Adda per Leonardo.

Qui servono studi organizzati e programmati per almeno cinque anni. Per l’Expo in Lombardia molte comunità si stanno inventando temi a volte inconsueti; noi ad Albino abbiamo il Personaggio e i Luoghi da “exporre”. Dobbiamo pensarci in tempo e agire affinché non si distrugga quello che potrebbe essere “exponibile” nel 2015. La Mostra allora dovrà essere della Valle, non solo di Albino. Veniamo alle architetture cinquecentesche nei quadri. Tema albinese, che va coltivato da noi albinesi. Espandere le ricerche su Andrea Moroni, cugino del pittore e architetto a Padova, organizzare le specifiche da riportare sui portoni, fino all’uso delle riproduzioni architettoniche nei dipinti per farne modelli. Ma si può fare di più. Impariamo dagli errori. Quando si rifece la pavimentazione in via Mazzini fu incaricato uno scultore a fare un monumento. Il risultato fu un cippo con elmetto prussiano che l’artista giustificò dicendo che gli “era venuto in mente guardando lo scavo” cioè ispirandosi alla storia del luogo. Quale storia? L’errore fu di noi albinesi che non fummo in grado di “circoscrivere la nostra storia” anche se in “Piazza ” esiste un architrave con la data 1524, una data rinascimentale, una data moroniana. Ci vuole la volontà, non di fare monumenti al Moroni, ma di “ moronizzare il paese” per renderlo visibile e specifico dentro un perimetro che sappia raccogliere gli elementi esterni o estranei per riportarli allo specifico locale. “Parla del tuo villaggio e parlerai al mondo ”. Il sedime dei Mori va mantenuto perché è il luogo per eccellenza di ALBINO CITTA’ DEL MORONI attorno al quale va costruito un programma economico prima che culturale. Perché non diffondere sul territorio forme e modelli riprodotti e ispirati messi all’inizio del paese, nelle piazze, nei cortili della Biblioteca, in S.Anna , nel sedime dei Mori, etc. Per i giovani le possibilità a tema sono infinite: l’arte antica è un evoluzionismo di spinta, mai un freno. Un concorso multimediale che interpreti (anche con graffitari) gli antichi affreschi che Moroni dipinse sulle facciate murarie, di cui si conoscono i temi ma non le raffigurazioni, ravviverebbe il Centro Storico; così come Eventi Pittorico Letterari sui personaggi dei ritratti. L’importante è considerare Moroni una linea di partenza e il suo luogo di partenza non può che essere: ALBINO CITTA’ DEL MORONI.

Chi viene ad Albino deve da subito trovare segnali e segni che giustifichino il cartello “Città del Moroni”, con documenti in Biblioteca ma pure con la sua casa mostrata con sapiente orgoglio come centro di un itinerario. Si legge che si vuol intervenire in “Piazza ” con sistemazione idonea. A tal proposito sarebbe utile un concorso di idee su un tema moroniano perché quella è l’anima nuova di Albino: la sua antica specificità.

di Benvi Acerbis

 

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