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Vall’Alta e i suoi presepi: un’occasione di solidarietà Stampa

Ormai, quando si parla di presepi in territorio di Albino, il pensiero corre a due grandi realizzazioni: il grande presepe nella roccia di Comenduno e i due di Vall’Alta, quello allestito presso la Casa dei Curati, vicino alla chiesa parrocchiale, e quello realizzato nella casa privata di Anselmo Breda, in località Colle Sfanino, all’inizio della strada comunale che porta al santuario della Madonna di Altino. Lo scorso anno, proprio quello di Comenduno ha raggiunto l’ambito traguardo dei 25 anni di allestimento, e rientra ormai in una tradizione consolidata; il doppio presepe di Vall’Alta, invece, è ormai famoso per le valenze solidali e di condivisione umana che sottende e che qualificano ancor di più questa iniziativa natalizia, così amata da grandi e piccini. Ebbene, ora parliamo proprio del doppio presepe di Vall’Alta, che verrà allestito da domenica 21 dicembre, fino all’Epifania, ovviamente ad orari particolari: nei giorni feriali, dalle 14 alle 19, e nei giorni festivi (sabato e domenica) dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 19.

Questi due presepi, ormai, fanno parte della tradizione di Vall’Alta, perché si ripetono da alcuni anni, promossi dalla parrocchia di S.Maria Assunta e San Giacomo in Vall’Alta, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Albino. Due anni fa, come tutti ricordano, la raccolta delle offerte fu devoluta a suor Angela Ghislotti, nativa di Martinengo, della congregazione delle Figlie della Misericordia (suore presenti in Valle del Lujo, fino a qualche anno fa, nell’ex-convento della SS Trinità, a Fiobbio), per l’ultimazione della casa di accoglienza del dispensario farmaceutico della missione di Nkanka, in Ruanda; mentre lo scorso anno il ricavato della raccolta venne destinato all’associazione Getzemani, una piccola, ma significativa realtà di aiuto che opera all’interno della “Francescana Custodia di Terra Santa”, presente a Gerusalemme (le offerte sono andate in soccorso di alcune famiglie palestinesi costrette a vivere in situazioni precarie). Quest’anno, invece, in occasione del 50° anniversario di elezione al soglio pontificio di Papa Giovanni XXIII, e quindi in occasione dell’anno paolino, il ricavato delle offerte che si raccoglieranno nei due presepi verrà destinato a sostegno della comunità cristiana che opera in Anatolia (Turchia), una realtà negata dallo stato turco, ma pur sempre una comunità ricca di memorie: si pensi, per esempio, ad Harran, patria di Abramo; ad Antiochia e a Tarso, dove germogliò e si concretizzò la fede di San Paolo e dei primi cristiani.

Ebbene, tutte le offerte verranno consegnate nelle mani di mons. Luigi Padovese, Vicario Apostolico d’Antiochia.

Personaggio di spicco nelle relazioni con le chiese orientali, mons. Padovese ha scelto di essere ordinato vescovo in Turchia per esprimere meglio la sua appartenenza a questa terra, a cui si sente legato da tempi lontani: “Avverto come un gran onore essere cristiano con voi e per voi in questa terra di Turchia che conserva le memorie del primo cristianesimo. Il mio amore per l'Anatolia mi ha portato ad organizzare ad Efeso e a Tarso-Antiochia convegni su Pietro, Paolo e Giovanni e sui primi grandi Padri della Chiesa”.

Purtroppo, la comunità cattolica è una realtà assai complessa in Turchia e, per diverse ragioni storiche, non ha il diritto di esistere come minoranza religiosa. Lo stato turco non la riconosce come tale, anche se non può ignorare che esiste.

Così ha scritto in una lettera inviata agli amici di Vall’Alta. “Proprio la mancanza di riconoscimento giuridico ha comportato negli anni gravi conseguenze: la perdita di molte chiese, l’impossibilità di aprire un seminario, il fatto di non poter né comperare né vendere come chiesa. La situazione , poi, è divenuta più grave negli ultimi due anni. L’atto più efferato è stata l’uccisione di un mio sacerdote, don Andrea Santoro, a Trebisonda. Si sono poi succeduti altri atti intimidatori, da parte di qualche scalmanato. Io ancora oggi sono sotto scorta. Molti cristiani, quindi, sono emigrati all’estero e altri, per sopravvivere, hanno rinunciato alla loro identità cristiana. Per queste ragioni, l’aiuto che voi ci farete pervenire attraverso le offerte dei presepi sarà una benedizione per questa nostra realtà di chiesa in Turchia”.

Per la cronaca, la Turchia conta oltre 70 milioni di abitanti, al 99% musulmani. I cristiani sono lo 0,6% della popolazione; i cattolici sono circa 30.000. Il vicariato dell'Anatolia ha 4.550 cattolici, 7 parrocchie, 3 sacerdoti diocesani, 14 religiosi e 12 religiose.

P.S.

 

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