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Un parco pubblico, finalmente “tutto” pubblico Stampa

Aumenta il patrimonio comunale, in questo caso relativo alla disponibilità di verde pubblico. Alla luce della recente sentenza del TAR, che dà ragione alla famiglia Servalli e obbliga il Comune di Albino a liquidare la proprietà con 850.000 euro (metà per coprire le spese di esproprio e metà per sostenere gli interessi che si sono accumulati negli anni), e a seguito della recente approvazione in consiglio comunale di un ordine del giorno così definito “riconoscimento debito fuori bilancio per causa promossa da Masserini/Servalli contro il Comune di Albino per il Parco Servalli, la comunità albinese può ora disporre ufficialmente del Parco Servalli, posto nella parte sud del centro storico. Un nuovo parco pubblico per la comunità albinese, dunque. Ma quanta fatica, quanti soldi, per liberarlo da vincoli giudiziari e farlo diventare patrimonio comunale a tutti gli effetti. Ma andando a ritroso nella storia, si può capire il perché di così tante difficoltà, e di così tanto esborso da parte delle casse comunali. Per capirlo, bisogna risalire ai primi anni ’90, esattamente al 1991.

La sentenza del TAR, infatti, obbliga il Comune di Albino a liquidare, per la somma di 850.000 euro, la famiglia Servalli, alla quale l’amministrazione comunale in carica nei primi anni ’90 non aveva provveduto a pagare l’esproprio dei terreni sui quali poi il Comune di Albino avrebbe realizzato il parco pubblico (nella cifra sono contemplati anche gli interessi che si sono assommati negli anni). Protagonisti gli eredi Servalli, che a quel tempo si sono accorti che l’amministrazione comunale di allora non aveva mai indennizzato la famiglia per l’esproprio dei terreni, in particolare non aveva seguito, secondo i dettami della legge allora in vigore, le prassi di esproprio corrette e non aveva chiuso, entro i termini prefissati, la pratica di acquisizione. Fatti scadere i termini della pratica, hanno fatto ricorso, lamentando il mancato indennizzo.

Tutto l’inghippo si è scoperto nel ’96, quando è salita al governo di Albino la Lega Nord: consultando i bilanci, si è scoperto che l’amministrazione comunale aveva depositato una somma minima insufficiente per indennizzare l’esproprio. E’ nato quindi un deposito per il quale abbiamo, in via prudenziale, incrementato ogni anno lo stanziamento di bilancio, in linea con l’inflazione, tanto che ora ci troviamo in cassa ben un milione e 56.000 euro, che sono sufficienti a liquidare la controparte.

Da segnalare che il Comune di Albino, già nel ’96, ha dovuto mettere in mora tutti gli amministratori fino al 1996. Un atto spiacevole, ma dovuto.

Una precisazione, però, è d’obbligo. Certo, la questione sul parco pubblico Servalli è ormai conclusa: noi liquidiamo i proprietari dei terreni per l’importo dovuto, ma, poiché abbiamo un certo prurito alle mani, stiamo cercando un ente o un organismo referenziato a cui far ricorso contro lo Stato, perché per noi non è giusto che un ente pubblico debba pagare interessi di 17 anni, per colpa delle lungaggini burocratiche. Gran parte del problema, infatti, a ben vedere, è legato non agli atti dell’amministrazione comunale, ma alla lentezza della burocrazia, che ha rimpallato la questione per anni, da un tribunale all’altro, da un giudice all’altro: una giustizia assurda, alla quale vogliamo chiedere lumi in merito.

Per concludere, voglio assicurare gli albinesi che prossimamente provvederemo a stendere un progetto per una riqualificazione del parco pubblico, per renderlo più fruibile e accessibile, ma soprattutto più funzionale e attrezzato.

Il sindaco,

Prof. Piergiacomo Rizzi

 

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