A quando una strada decente? |
Dato lo stato in cui versa la provinciale 39 della Valle del Lujo si può affermare che è stata assolutamente dimenticata dalle maestranze provinciali! Dunque, siamo alle solite. Si è voluto apposta aspettare questo mese di ottobre per cercare di vedere se qualcuno, in questo caso la Provincia di Bergamo, con i suoi tecnici e operai (“stradini”) facessero qualcosa in questo inizio d’autunno, quale ouverture della loro capacità di manutenzione delle strade. Ma, a quanto pare, la strada provinciale 39 della Valle del Lujo, che da Albino porta a Casazza, passando per il Passo del Colle Gallo, quest’anno è stata assolutamente dimenticata dalle maestranze provinciali. Sì, in verità, qualcosa è stato fatto durante l’estate: un taglio (uno solo!) dell’erba ai bordi della strada, al di qua e al di là della carreggiata, peraltro condotto in maniera molto approssimativa dai soliti “stradini”, con dei pezzi lasciati ancora integri, con aggiramenti di ostacoli che erano più opere d’arte “etniche” che non soluzioni di taglio. Ma, va bene, ci può stare… Ma quello che più conta, e possiamo assolutamente dirlo, è lo schifo in cui versa il sedime stradale della sp 39. Chi percorre questa strada, e non sono pochi (in valle sono circa 4.800 i residenti), si sarà accorto delle buche, degli avvallamenti, delle fessurazioni, dei cedimenti della strada, soprattutto in prossimità delle curve e dei tornanti, o vicino ai bordi della strada, dove magari cammina qualche pedone (i marciapiedi sono un optional, ringraziamo il Comune di Albino per quelli che ha fatto e sta facendo sulla via Lunga, fra Fiobbio e Abbazia) o corre qualche ciclista. E gli asfalti? Hanno svariati colori, che sfumano dal grigio al nero intenso, dal fumo di Londra al neretto sassato, frutto di tanti rattoppi, di aggiunte, di pezzi apportati all’ultimo momento, magari per qualche segnalazione di residenti incavolati per le solite buche, su una strada che, nel suo complesso, fa letteralmente schifo. Dobbiamo dirlo, senza pietà. E pensare che è una strada importante, “intervalliva”, che unisce la Val Seriana e la Val Cavallina e che un domani, magari molto vicino, potrebbe diventare la strada di collegamento fra le due valli che si uniranno nella nuova Comunità Montana, così come pensata dalla regione Lombardia nel suo progetto di accorpamento e di riorganizzazione. E questa è la strada! Parliamo ora delle strutture e delle infrastrutture. I guard-rail dove sono? Solo in prossimità delle curve, e non in tutte. Alcuni poi sono bassissimi, lontani anni luce dalle nuove disposizioni nazionali in materia di sicurezza stradale. Per non parlare dei muretti, in calce (archeologia stradale?) o in cemento, che spesso incombono sulla stessa strada, creando dei veri pericoli per il transito. E la segnaletica? Di dubbio gusto, dai tanti colori, alcuni ancora installati negli anni ’50 e ’60, altri posizionati recentemente ma con materiali differenti, senza una logica di immagine e di visibilità. Senza dimenticare la presenza, in alcuni tratti della strada, dei cartelli di “lavori in corso” abbandonati dalle imprese e mai raccolti da nessuno. C’è proprio una vera letteratura da scrivere su questa strada. Ma quello che più rattrista è che nessuno si muove. Alcune sollecitazioni arrivano dall’amministrazione comunale di Albino, dalle associazioni che operano nella Valle del Lujo, dagli stessi residenti. Ma la Provincia di Bergamo dov’è? Non basta intervenire come l’anno scorso a cambiare le vecchie pietre miliari (ci siamo capiti, i blocchi di cemento che distanziano ogni chilometro il tratto di strada) con nuovi e svettanti pali che segnalano i diversi chilometri percorsi lungo la sp 39: non è questo il restyling che la gente della valle vuole. E non vuole nemmeno certe lamentele, troppo tardive (e forse strumentali) di certi consiglieri provinciali che si preoccupano perché i soliti “stradini” hanno spruzzato il colore bianco delle nuove strisce orizzontali segnaletiche sulle erbacce che crescono tranquillamente ai bordi delle strade. E’ come sparare alla Croce Rossa, o tagliare il burro con un coltello. E’ infierire su un moribondo, la Provincia di Bergamo in questo caso, che si dimostra ancora una volta pressappochista nella manutenzione. Meglio operare in un’ottica di strategia preventiva in consiglio provinciale, che meravigliarsi (ed esternare la cosa alla stampa locale) quando i danni sono già stati fatti. La gente vuole un diverso restyling della strada: una strada più moderna, più attrezzata, più funzionale, più sicura, al passo coi tempi. E che significato dare, poi, al recentissimo rifacimento dell’asfalto dopo la frazione di Casale, in quel tratto dal km 9 al km 10, dove le curve sono pericolose e dove le fessurazioni sono tante, a tal punto che le cadute dei ciclisti non si contano più? Andrea Bonomi |