Al capezzale della castagna…con speranza |
Da qualche anno le piante di castagno sono infettate dal cinipide (o vespa cinese). La ricetta: lotta biologica e pazienza fino a che la natura completi il suo lavoro Ormai bisogna parlare di vera e propria invasione. Secondo i dati forniti dal Settore Agricoltura della Regione Lombardia, sono 111 in provincia di Bergamo le aree omogenee boscate a castagno colpite dal cinipide del castagno, nome tecnico Cinipide galligeno (Driocosmus Khuripilus), un insetto proveniente dalla Cina, fra i più dannosi per questa pianta, conosciuto anche come vespa cinese. Fra questi castagneti, quelli secolari e storici della Valle del Lujo, dove la castagna, detta anche regina del bosco, è di casa, e dove la fama dei biligòcc, cioè della sua mutazione gastronomica più famosa, è diffusa in tutta la provincia, il parassita è stato rinvenuto per la prima volta più di due anni fa, propriamente nei castagnati di Casale di Albino, dove lasciò la sua firma indelebile sulle piante colpite, provocando lo sviluppo di numerose galle di tessuto legnoso, dalla superficie liscia e lucida. Un’infestazione in piena regola, con ogni probabilità, determinatasi attraverso il materiale di propagazione utilizzato dai proprietari dei castagneti, proveniente da zone già infestate in Italia o addirittura dai paesi asiatici. Ma un’infestazione che da subito è stata posta sotto la lente delle osservazioni scientifiche, dei monitoraggi e delle campionature, nel tentativo di verificare l’entità del danno, i tempi del suo propagarsi, la caratteristica dello scenario futuro. Già due anni fa, il gruppo culturale Amici di Casale, da anni depositario della tradizione dei biligòcc e, quindi, fortemente interessato alla qualità delle castagne della Valle del Lujo, aveva organizzato, presso le ex-scuole elementari della frazione, un convegno scientifico sul pericolo del cinipide, in collaborazione con la Comunità Montana Val Seriana e il patrocinio del Comune di Albino. E già allora si erano sottolineate le problematiche relative alla presenza in valle della cosiddetta vespa cinese, “controllabile e attaccabile con insetti antagonisti, che a breve verranno importati dal Giappone”, disse allora l’entomologo Marco Boriani. Da allora sono iniziati i sopralluoghi in Valle del Lujo da parte del servizio Fitosanitario della Regione Lombardia e lo scorso aprile è stata messa in atto la lotta biologica contro il cinipide, liberando un insetto antagonista, l’imenottero Torymus sinensis, in grado di deprimere la grande prolificità del parassita. Poi nella scorsa primavera, gli avvistamenti del cinipide sono aumentati e i proprietari dei castagneti, come pure i volontari del gruppo culturale Amici di Casale, preoccupati per la diffusione del cinipide, hanno chiesto, e ottenuto, dalla Comunità Montana Valle Seriana di organizzare un convegno tematico sul cinipide, alla presenza di esperti della Regione Lombardia. In particolare, Marilisa Molinari, ispettrice fito-sanitaria della Regione Lombardia; Marco Boriani, entomologo; e Giancarlo Moioli, agronomo. Cosa ne è scaturito? Lotta biologica e tanta pazienza: questa la ricetta degli esperti per debellare la vespa cinese. Infatti, l’introduzione del parassita antagonista al cinipide è l’unica soluzione possibile: già sono state introdotte 200 coppie in Valle del Lujo e ora si attende la sua moltiplicazione. Nel giro di tre anni le sue uova aumenteranno di consistenza fino a raggiunger i 3 milioni di esemplari: l’insetto infatti richiede del tempo per completare il ciclo riproduttivo, in modo tale da poter contrastare efficacemente il cinipide. Il risultato finale, hanno detto gli esperti, si vedrà soltanto nel 2011, quando si verificherà una situazione di equilibrio biologico, grazie al contenimento esercitato dall’insetto antagonista. Intanto, la situazione peggiorerà, e di molto, con piante che dovranno essere anche abbattute (a tal proposito, è stato emesso dalla regione Lombardia un decreto specifico contro la diffusione del cinipide). Ma poi, è solo questione di tempo, tutto si risolverà. Bisogna avere pazienza e lasciare che la natura, in questo caso la lotta biologica, faccia il suo corso. G.B. |