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LA FINANZA ALBINESE E’ IN SALUTE Stampa

E’ stato approvato dal consiglio comunale il conto consuntivo 2007. Un provvedimento amministrativo di grande importanza strategica, perché riflette l’andamento della finanza albinese. E, mai come ora, possiamo dire, che è in buona salute. Tanto che presenta un avanzo di esercizio 2007 di 1.086.801,65 euro.

Ma andiamo con ordine.

La legge finanziaria ha dettato per il 2007 ulteriori e nuove regole per il rispetto del patto interno di stabilità e ciò ha imposto alla nostra amministrazione una ponderata riflessione nella stesura del bilancio di previsione per l’esercizio 2007, portandolo in approvazione con un ridotto programma di interventi in opere pubbliche, al solo scopo di attendere le modifiche auspicate da tutti gli enti locali. Tenuto conto che il vincolo sulle spese di investimento non è poi stato eliminato, con atto ampiamente motivato, in data 30 marzo 2007 il Consiglio Comunale ha approvato una variazione di bilancio, prevedendo oltre 8 milioni di euro di investimenti in opere pubbliche, ritenendole di grande importanza per la cittadinanza ed il territorio di Albino.

Tra le varie ipotesi di restituzione al territorio del conseguente maggior introito di addizionale IRPEF, era stata considerata la riduzione dell’ICI sulla prima casa, ormai non più percorribile per le decisioni governative di questi giorni. Inoltre, si era anche pensato di destinare l’eventuale maggior gettito a concorrere a progetti di solidarietà e sostegno di investimenti di istituzioni presenti sul territorio di Albino.

Tutte queste ipotesi sono ormai da accantonare in quanto ad impedire l’applicazione della sanzione prevista nell’aumento automatico dello 0,3 dell’addizionale Irpef, ci ha pensato il governo con il D.L. 93, mediante il quale è stato imposto uno stop a tutti gli aumenti di tasse e/o imposte applicate dagli enti locali. Dalla relazione al Decreto, nonché dai lavori parlamentari si evince chiaramente che lo stop riguarda anche quegli aumenti automatici previste da provvedimenti già in vigore; ciò in quanto l’eventuale incremento di imposte contrasta con la ratio della norma che è quella di impedire qualsiasi ulteriore incremento del gravame fiscale a carico dei cittadini; non a caso il provvedimento è inserito all’art. 1 comma 7 del D.L. che abolisce l’ICI sulla prima casa d’abitazione.

Alla scelta assunta il 30 marzo 2007, ha certamente concorso, seppur in modo marginale, anche la norma emanata dal precedente governo che, con la finanziaria stessa, ha reso non applicabili le sanzioni per il mancato rispetto del patto di stabilità per l’anno 2006 e, conseguentemente, premiando quei Comuni meno virtuosi e disciplinati rispetto alla nostra città, la quale con caparbia determinazione lo aveva sempre rispettato.

Conseguentemente, il nostro ente ha potuto investire sul proprio territorio le risorse disponibili, finanziando e dando l’avvio, in qualche caso anche solo amministrativo, a opere importanti e completando ciò che è stato materialmente possibile concludere nel 2007.

Nel secondo semestre 2007 si sono assunti mutui, destinati al finanziamento delle opere pubbliche, per 6.140.000 con ammortamento in 20 anni e con un tasso fisso che oscilla tra il 4,49 e il 4,88%.

Bisogna, a questo punto, precisare anche che al bilancio 2007 è stato applicato l’avanzo dell’esercizio 2006 per un ammontare di 2.312.502 euro, il quale è stato utilizzato esclusivamente al titolo 2° della spesa in conto capitale; mentre alla formazione dell’avanzo di questo esercizio ha contribuito il risultato di un lavoro capillare di revisione, di razionalizzazione ed ottimizzazione sia dell’entrata che della spesa che ha consentito di gestire con un buon risultato in termini sia economici che operativi l’esercizio appena chiuso del 2007.

Concludendo, non si può non esprimere da un lato soddisfazione per la recente eliminazione dell’ICI sulla prima casa di abitazione e sue pertinenze, dall’altro però bisogna anche affermare che il mancato gettito diretto nelle casse del Comune deve essere sostituito con l’iscrizione di un consistente importo (800.000 e più euro), quale credito nei confronti dello Stato per un ulteriore trasferimento a copertura del mancato introito, sottraendo all’ente una buona parte della propria potestà impositiva.

Scelta questa, che si ritiene temporanea e di passaggio al tanto agognato federalismo fiscale che dovrebbe vedere la luce entro il corrente anno 2008, perché è fondamentale invertire il senso di marcia delle risorse finanziarie, al fine di far godere ai territori la giusta proporzione della ricchezza che il territorio stesso produce e, poi, subordinatamente concorrere ad un sostegno solidale per quei territori meno fortunati o con carenze strutturali ed alle necessità dello Stato fiscalmente federale.

L’Assessore al Bilancio,

Ugo Ravasio

 

 

 

 

 

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